Nel Settecento prevale un’arte di ambientazione e si sviluppano molto le arti decorative, si moltiplicano le residenze dei nobili e dei principi, di cui molte in campagna, per cui gli architetti diventano anche specialisti di giardini; l’arte dell’arredo e dell’abbigliamento raggiungono il vertice della preziosità e stravaganza.
Per quasi tutto il XVIII secolo l’aristocrazia mantenne, seppure in posizione di declino, la sua posizione di monopolio sociale, infatti l’arte nata in questo periodo, fra cui il rococò, si mostrò laica, mondana ed aristocratica.
Tra barocco e rococò vi sono molti aspetti omogenei, soprattutto per l’identico atteggiamento di privilegiare una decorazione eccessiva e ridondante, ma vi sono anche delle notevoli differenze fra cui la base estetica: l’arte è solo e soprattutto decorazione. È un qualcosa che si aggiunge per abbellire.
Nei salotti impreziositi da rare porcellane e mobili raffinatissimi cominceranno presto a circolare le idee dell’illuminismo, che vedeva nella ragione l’elemento di uguaglianza fra gli uomini, determinando un profondo cambiamento nel modo di concepire l’arte ed il significato dell’immagine che presto porterà alla nascita del Neoclassicismo.
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